O.M.A.T.

Aristotele – Etica Nicomachea

L’Etica Nicomachea è una raccolta di appunti di Aristotele ed è considerato il primo trattato sull’etica come argomento filosofico specifico. L’aggettivo “Nicomachea” indica probabilmente una dedica di Aristotele al figlio (Etica Nicomachea gr. Ἠθικὰ ΝικομάχειαEthika Nikomacheia lat. Ethica Nichomachea), ma non è escluso che fosse il nome assegnato dal figlio stesso quando pubblicò l’opera postuma.

L’opera era una raccolta di appunti esoterica, cioè non destinata alla pubblicazione. L’Etica, così come ci è pervenuta, infatti fu pubblicata dopo la morte dell’autore, e non è certo che l’ordine con cui è stata messa insieme l’opera fosse lo stesso ipotizzato da Aristotele in quella prima stesura. Questa ipotesi è rafforzata dal fatto che i libri sembrano presentare tra loro alcune incongruenze. Nel decimo libro ad esempio il ragionamento condotto da Aristotele in apparenza contraddice quanto affermato dal filosofo nei libri precedenti; inoltre alcuni ragionamenti sembrano ripetersi più volte nel corso dell’opera, come se si trattasse di diverse stesure di un unico argomento sperimentate come appunti personali o usate da Aristotele come base per le lezioni che teneva al Liceo.

« […] Ma è indispensabile ricordarsi anche di quello che si è detto precedentemente, e cioè di cercare l’esattezza non in egual misura in tutti gli argomenti, ma in ciascuno conformemente alla materia in oggetto e tanto quanto è proprio dell’indagine. » Come spiega lo stesso Aristotele nel Libro I, capitolo 7: Per quanto riguarda il metodo, Aristotele si propone di partire dalle opinioni comuni (gr.: endoxa), vale a dire quelle più diffuse e quelle più autorevoli (dei filosofi e di coloro che sono considerati sapienti), convinto che la verità si celi nel mondo concreto, in aperto contrasto con il suo maestro Platone per il quale appartiene solo ad un mondo ideale. Di qui le accuse di giustificazionismo nei confronti della filosofia aristotelica. Comunque i ragionamenti di Aristotele giungono spesso a conclusioni ben lontane dal senso comune, e sono anche per questo rivoluzionarie, sebbene il filosofo si sforzi di conciliarle, anche indirettamente, con la cultura tradizionale (come ad esempio nel caso delle credenze sugli dei e sull’aldilà). Tale impostazione non deve però essere confusa con superficialità: per il filosofo di Stagira non si può ambire allo stesso grado di perfezione delle scienze matematiche anche nelle scienze pratiche, dal momento che le prime trattano ambiti caratterizzati da regolarità e necessità assolute e le seconde di campi dominati dall’incertezza e dalla contingenza; bisogna piuttosto cercare di ottenere il massimo con gli strumenti di cui si dispone, nel caso dell’Etica il metodo utilizzato è l’induzione e il confronto dialettico.

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